Kyoto: il fascino della vecchia capitale

Tramonto sul fiume Sumida

Dopo le svariate gite verso Osaka, Nara ed Hiroshima, arriva finalmente il momento di visitare la vecchia capitale del Giappone: Kyoto. Kyoto, antica capitale del Giappone per oltre un millennio (dal 794 al 1868), è il cuore storico e culturale del paese. Fondata come Heian-kyō, fu centro politico dell’Impero e culla della raffinata cultura giapponese, ospitando imperatori, nobili e samurai. Anche dopo il trasferimento della capitale a Tokyo, Kyoto ha mantenuto il suo prestigio come custode delle tradizioni: templi buddhisti, santuari shintoisti, giardini zen e cerimonie del tè raccontano ancora oggi il suo illustre passato. Camminare per le sue strade è come attraversare secoli di storia giapponese.

Il castello di Kyoto

Il Castello di Kyōto, noto anche come Kyōto-jo, è uno dei principali simboli storici della città. Costruito nel 1603 durante il periodo Edo per volere del shogun Tokugawa Ieyasu, il castello serviva come residenza del clan Tokugawa nella capitale imperiale. La sua imponente struttura, circondata da fossati e giardini, è famosa per la sua architettura elegante e difensiva. Tra le caratteristiche più affascinanti ci sono le mura in pietra, le stanze di legno adornate da raffinati dipinti e i "nidi di rondine" nelle scale, progettati per prevenire infiltrazioni nemiche. Il castello, purtroppo distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruito negli anni '50, rimane un importante patrimonio culturale, simbolo della potenza feudale e della storia del Giappone. Il sistema di rumori creati dal pavimento nei castelli giapponesi è noto come "ugokashi-no-ma" o più comunemente *"pavimento dei tori" (鶏の鳴く床, "tori-no-naku-yuka") — letteralmente, "pavimento che canta come un gallo". Si tratta di una tecnica di difesa intelligente che veniva utilizzata in molti castelli giapponesi, tra cui il Castello di Kyoto. Questi pavimenti erano progettati in modo tale che, quando qualcuno camminava sopra di essi, producessero un suono simile al cinguettio di un uccello, allertando i guardiani o i samurai della presenza di intrusi. Il rumore era causato da una serie di meccanismi di legno e metallo che, sotto pressione, emettevano una sorta di scricchiolio. Il pavimento era composto da tavole che si muovevano su una struttura complessa di supporti e viti, che, con l’attrito, generavano il suono distintivo. Questa tecnica non solo aveva un obiettivo di sicurezza, ma rappresentava anche una forma di arte ingegneristica, unendo estetica e difesa. Oltre ad avvertire in anticipo di eventuali intrusioni, questi pavimenti servivano a dissuadere gli intrusi, creando un'atmosfera di invulnerabilità che contribuiva alla protezione dei castelli

Il tempio Sanjūsangen-dō

Il Sanjūsangen-dō, situato a Kyoto, è uno dei templi buddisti più affascinanti del Giappone. Il suo nome significa "sala con trentatré spazi tra le colonne", un riferimento alla particolare struttura lignea della sua lunga sala principale, che con i suoi 120 metri è la più lunga del paese. Costruito nel 1164 per volere dell’imperatore Go-Shirakawa e ricostruito nel 1266 dopo un incendio, il tempio è famoso per ospitare 1001 statue della dea Kannon, divinità della misericordia nella tradizione buddista. La statua centrale raffigura una Kannon a undici teste e mille braccia, circondata da mille figure più piccole disposte in file perfettamente ordinate: un’impressionante visione di pace e spiritualità. Per rispetto del luogo sacro, è severamente vietato scattare fotografie all'interno della sala. Ogni anno, il tempio ospita anche una tradizionale gara di tiro con l’arco, in omaggio a un’antica pratica dei samurai. 

Il Fushimi Inari 

Il Fushimi Inari Taisha è uno dei santuari shintoisti più antichi e venerati del Giappone, situato ai piedi del Monte Inari, a sud di Kyoto. Fondato nell’anno 711 durante il periodo Nara, è dedicato a Inari Ōkami, la divinità del riso, del commercio e della prosperità. Nel tempo, il culto di Inari si è esteso anche alle attività industriali e alla fortuna negli affari, rendendo il santuario un importante punto di riferimento spirituale sia per contadini che per commercianti e imprenditori. Il santuario è particolarmente celebre per i suoi oltre 10.000 torii rossi donati da aziende e privati in segno di gratitudine, che formano dei suggestivi tunnel lungo i sentieri che salgono verso la cima del Monte Inari, alta circa 233 metri. Ogni torii riporta inciso il nome del donatore e la data della donazione, creando un archivio visivo di devozione che si estende lungo circa 4 chilometri di percorso. Oggi, il santuario accoglie oltre 10.000 visitatori al giorno, con picchi significativi durante il Capodanno giapponese (Hatsumōde), quando milioni di persone vi si recano per pregare per la buona sorte dell’anno nuovo. Nonostante l’enorme afflusso turistico, è ancora possibile trovare momenti di silenzio e spiritualità percorrendo i sentieri meno frequentati, specialmente al mattino presto o verso sera. Il Fushimi Inari Taisha è molto più di un’attrazione fotografica: è un simbolo vivente del legame tra tradizione religiosa, paesaggio naturale e vita quotidiana giapponese. Le volpi (kitsune) sono figure centrali al Fushimi Inari Taisha e nell'intero culto di Inari Ōkami. Considerate messaggeri sacri della divinità, non sono adorate come dei, ma rispettate profondamente per il loro ruolo spirituale. Secondo la tradizione shintoista, le volpi hanno il potere di comunicare tra il mondo umano e quello divino. Nei terreni del santuario si trovano numerose statue di kitsune, spesso raffigurate con oggetti in bocca, come chiavi (simbolo del magazzino del riso), rotoli, sfere o spighe di riso, che rappresentano la ricchezza e la fertilità.

Il sentiero dei filosofi 

Tra i luoghi più suggestivi di Kyoto c’è il Percorso dei Filosofi (Tetsugaku no Michi), una tranquilla passeggiata pedonale che segue un canale alberato per circa due chilometri, tra il tempio d’argento Ginkaku-ji e il maestoso Nanzen-ji. Il nome deriva dal celebre filosofo giapponese Nishida Kitaro, che amava camminare lungo questo sentiero ogni giorno per meditare, immerso nel silenzio e nella natura. Oggi, il percorso è punteggiato da centinaia di ciliegi che in primavera si trasformano in un tunnel di fiori rosa, mentre in autunno si accende di rossi e arancioni. Lungo il cammino si incontrano piccoli templi nascosti, come Hōnen-in ed Eikandō, oltre a caffè in stile tradizionale e botteghe artigiane che vendono ceramiche, incensi e dolci locali. Nonostante sia molto amato anche dai turisti, conserva un’atmosfera riflessiva e poetica, perfetta per assaporare il lato più intimo e autentico della città.

Ginkaku-ji e Kinkaku-ji

Tra i luoghi più iconici di Kyoto spiccano due templi straordinari: il Ginkaku-ji (Padiglione d’Argento) e il Kinkaku-ji (Padiglione d’Oro). Sebbene i loro nomi suggeriscano una relazione diretta, i due edifici raccontano storie diverse, ma ugualmente affascinanti. Il Kinkaku-ji, ufficialmente Rokuon-ji, fu costruito alla fine del XIV secolo come villa dello shōgun Ashikaga Yoshimitsu, poi trasformata in tempio zen. Rivestito di foglia d’oro, il padiglione si specchia in uno stagno circondato da un giardino che incarna l’ideale estetico della bellezza riflessa e impermanente. È uno dei luoghi più visitati del Giappone, una vera icona dell’eleganza classica. Il Ginkaku-ji, o Jishō-ji, fu costruito a fine XV secolo dal nipote di Yoshimitsu, Ashikaga Yoshimasa, come sua residenza di ritiro. Anche se inizialmente previsto con rivestimenti in argento, il padiglione non fu mai completato in quel modo, lasciando visibile il legno naturale: una bellezza sobria che rappresenta l’estetica wabi-sabi, basata sulla semplicità e sull’armonia con l’imperfezione. Il giardino zen del Ginkaku-ji è famoso per il suo cono di sabbia bianca, simbolo del Monte Fuji. Visitare entrambi i templi permette di cogliere le due anime di Kyoto: quella dorata, sontuosa e scenografica del Kinkaku-ji, e quella argentea, silenziosa e contemplativa del Ginkaku-ji.

Il templio Kyomizudera

Il Kiyomizu-dera è uno dei templi più celebri e spettacolari di Kyoto, inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e meta imprescindibile per chi visita la città. Il nome significa "Tempio dell’acqua pura" e deriva dalla vicina cascata Otowa, le cui acque, divise in tre flussi, sono considerate sacre e portatrici di salute, longevità e successo negli studi. Fondato nel 778 e legato alla scuola buddhista Hosso, il Kiyomizu-dera sorge sul fianco orientale delle colline di Higashiyama, da cui domina un panorama mozzafiato sulla città. La sua struttura più iconica è la terrazza in legno sostenuta da oltre 100 colonne altissime, costruita senza l’uso di chiodi. In primavera e in autunno, quando fioriscono i ciliegi o si accendono i colori del momiji, il tempio offre scenari indimenticabili. Oltre alla sala principale, si possono visitare il santuario Jishu, dedicato all’amore e ai legami affettivi, e camminare tra negozietti e botteghe tradizionali lungo la pittoresca salita di Sannenzaka e Ninenzaka. Il Kiyomizu-dera unisce arte, spiritualità e storia, offrendo un'esperienza profondamente immersiva nella cultura giapponese.

Una città ricca di storia, dove i templi sono i protagonisti principali, insieme a tutto quello che rimane degli edifici della sede precedente della capitale del Giappone. Difficile certo districarsi tra le infinite code di turisti ma decisamente una tappa imprescindibile in ogni tour dello stato del Sol Levante. 

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